domenica 20 ottobre 2013

Nomine e nuovo bipolarismo.

Anche quando non realizzano i programmi elettorali e dimenticano di produrre risposte incisive ai problemi della gente (specie in questi periodi di crisi e tragedia sociale), i governi hanno sempre una buona ragione d'essere e di durare al potere. Quanto più un governo rimane in carica, tanto più i suoi sostenitori politici possono nominare persone di fiducia in punti chiave e così controllare ministeri, aziende di stato e quelle controllate, enti statali, enti locali e via dicendo. Le nomine rappresentano l'ipoteca del governo in carica sul futuro e il modo migliore per attuare una politica di conservazione, rendendo complicato, anche in futuro, qualsiasi tentativo di cambiamento e di abbattimento dei privilegi acquisiti di cui l'Italia è piena. E ancora di più oggi nel sistema politico italiano che, pur restando bipolare, si è strutturato attorno a due poli ben distanti: da un parte la vecchia politica che ha determinato il disastro attuale e non sa risolverlo e dall'altra i germogli di una nuova politica sana e virtuosa che potrebbe rappresentare una svolta per il nostro paese. Ma di questo riparleremo.

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