In un sistema politico fortemente polarizzato come quello italiano, la maggioranza di governo non governa senza il beneplacito dell'opposizione. Ne sono prova gli ultimi 20 anni, divisi tra centrodestra e centrosinistra, ordinaria amministrazione, ma pessima qualità riformista. Il cambiamento non c'è stato, nei fatti.
I governi non possono esprimere la propria azione riformista se la minoranza (secondo me va denominata "di governo") non accetta il ruolo che le è stato affidato dagli elettori e riconosce alla maggioranza il diritto di esprimere l'indirizzo politico dell'azione di governo. Invece accade che all'indomani della sconfitta elettorale, la minoranza avvia immediatamente la propria campagna elettorale, 5 anni in anticipo sui tempi dovuti e inizia la sua azione di intralcio alla maggioranza e non di collaborazione. Inizia la lenta e graduale azione di demolizione della credibilità del governo, a colpi di polemiche pretestuose, ostruzionismo, mobilitazione delle piazze e delle categorie. In questo modo la maggioranza diventa ostaggio dell'opposizione e dei singoli parlamentari che impongono compromessi, quasi mai volti al bene generale ma particolare. E' importante dunque che i ruoli vengano interpretati con senso di responsabilità: la maggioranza governa, la minoranza collabora.
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