mercoledì 26 giugno 2013

La rielezione di Napolitano era il piano A

La rielezione di Giorgio Napolitano ha decretato in maniera inequivocabile l'imperizia dei parlamentari appena eletti di prendere decisioni importanti ed imprimere una direzione concreta al tentativo di ripresa della nostra nazione. Alla fine hanno chiesto a Napolitano di accettare la ricandidatura rompendo una tradizione che durava dalla nascita della nostra repubblica. Forse i costituenti non codificarono l'inopportunità della rielezione di un presidente dopo 7 anni di mandato pensando fosse scontato. E invece no: la vecchia classe politica è riuscita a superare se stessa. Non sono stati in grado di trovare un'alternativa a Napolitano. Tra 60 milioni di persone non ce n'era una, secondo loro, che potesse ricoprire il ruolo di presidente della repubblica. Suvvia. E allora il dubbio sorge spontaneo: forse Napolitano non era il piano B, ma addirittura il piano A! Forse era l'unico che poteva dare un riconoscimento autorevole a quello che probabilmente era nei progetti di tutti già da tempi insospettabili: un governo di larghe intese. Ma cosa sono le larghe intese? Perché proprio ora? Negli anni passati ad ogni turno elettorale c'è stata l'esplosione della critica verso il governo in carica e la parte politica avversa vinceva le elezioni (centrodestra e centrosinistra si sono avvicendati periodicamente negli ultimi 20 anni). I gruppi di potere, le lobbies, appoggiavano alternativamente,  centrodestra e centrosinistra e dunque i loro interessi venivano regolarmente tutelati e conservati. Poi le cose andarono storte e, paventando il rischio di una debacle elettorale per entrambi, dovettero inventarsi il governo di Super Mario Monti. Era l'uomo giusto per tirare avanti ancora un anno ed anche in quella occasione ci fu lo zampino di Napolitano che lo sostenne fortemente. La sua popolarità durò 3-4 mesi, poi cominciò a vacillare quando gli italiani si accorsero quanto inique furono le riforme e i provvedimenti portati avanti dal suo governo e sprofondò dopo un solo anno di governo. Bruciata anche la carta del governo tecnico non restava che l'ultima carta: le larghe intese. L'idea era semplice: tutti alleati, nessuna opposizione, il governo può campare. E ancora una volta la classe politica, screditata all'inverosimile, riesce a preservare se stessa e i gruppi di potere di cui è portavoce. Ma questa volta siamo al capolinea. La situazione ora è irreversibile e passati questi primi 3-4 mesi, che ad ogni governo storicamente gli italiani concedono, l'opinione pubblica si accanirà prima contro Enrico Letta e il suo governo (che tra l'altro che non parte con la stessa autorevolezza, anche internazionale, che aveva quello sponsorizzato da super Mario Monti) e di conseguenza contro i due più grandi partiti.  Sarà un tiro al bersaglio senza fine, un lancio di monetine che produrrà un esito elettorale imprevedibile. Siamo al capolinea. Scendere.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

il m5s prenderà il 60%...vai grillo

Anonimo ha detto...

se si vanno a leggere i verbali della Costituente che la seconda rielezione del Presidente della Repubblica è stata esclusa con apposita votazione contraria.m.teresa

Idee a Confronto ha detto...

ne è sicura? come mai non se ne parla?